De Luca: “La mia storia in pillole”

Bologna, 30 maggio 2025 – Cosa accomuna uno studente universitario vissuto nel Medioevo a uno di oggi? E siamo sicuri che certi litigi fra coniugi nell’antichità fossero così diversi da quelli di una coppia attuale? Ad aprire una finestra su vite comuni del passato è Costantino Andrea De Luca, storico e divulgatore che da Padova ha scelto di vivere a Bologna, dove si è laureato. E dove presenterà il suo ultimo libro Lo scriba del faraone e altre storie di vita quotidiana dall’antichità a oggi (Bur Rizzoli), il prossimo 4 giugno alla Coop Zanichelli.
Un’altra chiave di lettura e racconto della storia, dunque, è possibile: fra le pagine non si scoprono dunque solo grandi personaggi o battaglie famose, ma persone con le loro emozioni e piccole e grandi avventure in cui immedesimarsi.
Nel frattempo, Costantino è anche molto seguito sui social con il profilo Pillole di storia in cui da anni racconta episodi e curiosità: e oggi lo farà per noi nella puntata del podcast Il Resto di Bologna. “Sono venuto qui per la magistrale in Scienze Storiche e mi sono fermato perché la città mi è piaciuta moltissimo”.
Quando è nata la passione della storia?
“A dieci anni, grazie al maestro Davide, un supplente, che mi ha trasmesso la passione clamorosa. E questo fa pensare all’importanza di un singolo docente sulla vita dei ragazzi. Ho tanti amici che sono supplenti, precari: ma anche loro possono fare la differenza e plasmare menti”.
Da anni pubblica sui social le sue Pillole di storia’.
“Da fine 2017 ho iniziato a pubblicare aneddoti, all’inizio solo di storia antica, poi anche di epoche più recenti: parlo di qualunque argomento trovo interessante, adoro leggere libri si storia, è un’attività quotidiana”.
E ora il libro, in cui scopriamo ’vite degli altri’ mai entrate nei manuali di storia.
“Racconto persone comuni, dimenticate, con cui si può empatizzare ancora oggi. Per esempio, un insegnate sottopagato dell’Antica Roma che chiede un aumento o uno scambio di lettere fra un uomo e una donna: una relazione a distanza che aveva gli stessi problemi di quelli di oggi, fra dubbi e nostalgia. Non parlo di Napoleone o Giulio Cesare, ma di gente come noi”.
Come ha selezionato le vite?
“Occupandomi di divulgazione, leggo moltissimo e mi imbatto in paragrafi che menzionano personaggi che mi suscitano simpatia. Poi vado ad approfondire su paper e altri libri. Ad esempio un capitolo parla di una donna tormentata dall’ex marito nella Cina del 248 a. C., una vicenda che non è stata raccontata mai da nessuno in italiano, tratta da verbali di un provesso trovato in una tomba su striscioline di bambù. Una storia triste e purtroppo attuale”.
Il libro ci porta in tutto il mondo, ma due storie ci portano a Bologna.
“Sì, una nel Medioevo, fra il 200 e il 300, e l’altra nel ‘500. La prima parla di studenti universitari, di come passavano il tempo, come si divertivano, dell’ansia prima di un esame. Ci sono testimonianze di professori che raccontano di studenti non tanto interessati allo studio, ma più a conoscere donne in giro per la città. In questo il Museo civico Medievale è fantastico, si trovano tombe in cui sono scolpite facce di studenti: alcuni sono visibilmente annoiati, altri sono diligenti e prendono appunti. Consiglio a tutti la visita. L’altro esempio parla delle monache del convento di San Lorenzo: oggi non c’è più, ma si trovava in via Castiglione. Queste monache avevano formato un coro, erano musiciste, canterine, ma ebbero problemi con l’Inquisizione, venuta a indagare: si vociferava che fosse sparito uno strumento musicale e che ci fosse di mezzo il demonio”.
İl Resto Del Carlino